Comitato Tina Modotti
La "riscoperta di Tina Modotti" e il Comitato che porta il suo nome

   
 
 

Il Comitato Tina Modotti (1973-1921)
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Nella primavera del 1971 a Udine, città natale di Tina Modotti, venne organizzata una serata di poesia e musica spagnola in onore dei superstiti friulani che nella guerra dal 1936-39 avevano combattuto per la libertà della Spagna. La serata era stata promossa dal Circolo culturale Elio Mauro e, nell'intervallo dello spettacolo salirono sul palco del Palamostre di Udine diversi garibaldini che, commossi, portarono la testimonianza di quegli anni eroici e terribili.
Per tale manifestazione venne chiamato da Trieste, come invitato speciale, il senatore Vittorio Vidali, il mitico Comandate Carlo J. Contreras del Quinto Reggimento spagnolo, che fu compagno di Tina Modotti negli anni delle lotte politiche dal 1930 al 1942. Egli ci raccontò brevemente la storia meravigliosa di questa donna e infine lasciò fra le mani di Riccardo Toffoletti, che coordinava l'iniziativa, una piccola pubblicazione in lingua spagnola, stampata in Messico nel marzo del 1942 per ricordare Tina a due mesi dalla sua scomparsa (avvenuta il 5 gennaio 1942).

 
Vittorio Vidali e Riccardo Toffoletti, negli anni Settanta all'inaugurazione di una mostra su Tina Modotti

Quel libretto significativo - che conteneva alcune immagini, la biografia e una lunga serie di testimonianze - ha rappresentato la scintilla per quella che oggi viene chiamata la riscoperta di Tina Modotti.
La traduzione confermò l'importanza del 'ritrovamento' e Toffoletti decise di contattare nuovamente Vittorio Vidali per verificare la fattibilità di una iniziativa. Carlos, che da molti anni cercava l'occasione per far conoscere la storia di questa donna straordinaria, mise in agitazione le sua amicizie soprattutto messicane e raccolse una buona quantità di opere originali (non solo di Tina, ma anche di Edward Weston, che fu per lei grande maestro e amico durante gli anni messicani).
Dopo molte difficoltà, nel marzo del 1973 venne inaugurata a Udine l'esposizione della opere e venne presentato il libro "Tina Modotti, garibaldina e artista", in assoluto la prima ampia iniziativa che sia stata realizzata dopo trent'anni di silenzio.

  Tina Modotti, Convento di Tepotzotlan, Messico 1926 ca.
Tina Modotti, Convento di Tepotzotlan, Messico 1926 ca.

Ancora a Udine, nell'aprile del 1979, venne inaugurata la più esauriente esposizione sulla vita e l'opera, che poi divenne itinerante e per oltre due anni fu proposta in diverse città italiane ed europee. È stata, e rimane ancora oggi, la più ampia rassegna di opere originali presentata in Europa: conteneva un centinaio di vintage print. Difficilmente sarà possibile ricostruire in futuro una iniziativa di tale ampiezza, perché il mito Tina Modotti è cresciuto, le sue fotografie importanti sono sparse, acquistate da privati collezionisti e prestigiosi musei, e le quotazioni hanno raggiunto vertici impensabili: già nell'aprile del 1991, durante un'asta da Sotheby's a New York, una stampa al platino delle Rose è stata aggiudicata per la cifra record di 165.000 dollari.

  Tina Modotti, Rose, Messico 1924
Tina Modotti, Rose, Messico 1924

Dopo le prime iniziative in Friuli, dal 1973 fino ai nostri giorni le ricerche biografiche sono state quasi ininterrotte, su iniziativa di Mildred Constantine (1975), Maria Caronia (1979), Vittorio Vidali (1982), Laura Mulvey e Peter Wollen (1982), Christiane Barckhausen (1988), Elena Poniatowska (1992), Margareth Hooks (1993) Patricia Albers (1999), mentre si attende la pubblicazione delle analisi biografiche, di taglio storico, di Letizia Argenteri. Biografi e studiosi ebbero a disposizione materiale di notevole importanza quando, nel 1986, vennero pubblicate, a cura di Amy Stark, The letters from Tina Modotti to Edward Weston dal Center for Creative Photography, University of Arizona.
Dalla fine degli anni ottanta si svilupparono gli studi e la lettura storico-critica dell'opera fotografica, con approfondimenti di Sarah M. Lowe, Riccardo Toffoletti, Valentina Agostinis, Mariana Figarella, mentre Amy Conger - studiosa dell'Opera di Weston - cercava i criteri per identificare il corpus fotografico Modotti, la cui auspicabile catalogazione può avvenire solo in America (dove si trovano le opere), ma che nessuno finora ha intrapreso in termini rigorosi e sistematici.

  Tina Modotti, Calle, Messico 1924
Tina Modotti, Calle, Messico 1924

Tina Modotti continuava ad essere una figura scomoda. Avvenne inoltre che diversi giornalisti, scrittori, improvvisati biografi, documentaristi, trasformarono la vita di Tina in una serie di ingredienti, in una somma di abbinamenti sentimentali (emigrazione e avventura, arte e rivoluzione, amore e politica,...) per suddividere la sua esperienza in fasi di comodo (gli anni della luce e quelli del buio), per costruire biografie romanzate, per infondati scoop giornalistici, per qualche docudrama simile a telenovela, per inutili operazioni di fiction, ... come se fosse un personaggio adattabile a tutte le stagioni e circostanze.

  Tina Modotti, Mani operaio, Messico 1927
Tina Modotti, Mani di operaio, Messico 1927

In questo situazione, diversi cittadini che dal 1971 si erano dedicati alla divulgazione della figura e dell'opera di Tina, il 13 dicembre 1989 decisero di costituire a Udine il Comitato Tina Modotti. Ideatore e presidente è Riccardo Toffoletti, fotografo e docente di fotografia.
L'associazione si formava per la necessità culturale di divulgare la figura di Modotti e per le ricorrenze che si avvicinavano, specialmente il 1992 e il 1996, in cui cadevano rispettivamente il 50° anniversario della morte e il 100° della nascita; ma anche per la precisa convinzione (poi dimostratasi fondata), che nulla sarebbe stato fatto su diretta iniziativa dell'Amministrazione della città natale (né da altri organismi ufficiali di cultura storia politica) nonostante Tina fosse ormai riconosciuta come una delle donne più significative del secolo.
Il 24 aprile 1990 il Comitato annunciò pubblicamente il suo programma in occasione della proiezione, in prima europea, del film "The Tiger's Coat" interpretato a Hollywood da Tina Modotti nel 1920.

  Falce e martello
Tina Modotti, Falce pannocchia cartuccera, Messico 1927

Venerdì 21 febbraio 1992, con l'inaugurazione della mostra "Tina Modotti, vita e fotografia" allestita alla Galleria d'Arte Moderna di Udine, si aprirono le manifestazioni per il 50° anniversario della morte di Tina.
L'iniziativa ebbe un successo senza precedenti, venne visitata da oltre 15.000 persone e si trasformò subito in una esposizione itinerante, che negli anni si è arricchita di nuove opere e documentazioni, che viene costantemente richiesta dopo essere stata presentata in molte città italiane (da Palermo a Milano, da Roma a Cagliari, da Belluno a Perugia,) e invitata nelle Biennali internazionali della fotografia e nelle Gallerie dell'immagine (da Barcellona a Edimburgo, da Los Angeles a Montréal, da Londra all'Avana).

  Tina Modotti, Al mercato di Tehuantepec, 1929
Tina Modotti, Al mercato di Tehuantepec, 1929

La mostra è accompagnata da una pubblicazione che raccoglie le fotografie e gran parte dei testi, ne riflette lo spirito con cui è stata costruita e porta il titolo Tina Modotti, perché non muore il fuoco.
Anche nei primissimi anni novanta quando, dopo la caduta dei muri e una donna libera e scomoda come Tina Modotti non poteva più essere nascosta o tenuta lontana dal dibattito internazionale sull'immagine e dalla storiografia politica, la sua figura reale subì molti pericoli, perché diverse iniziative contribuirono a stravolgerne la biografia, ad alimentare inutili mitizzazioni In questo clima, il Comitato decise di organizzare, nel 1993 all'Università di Udine, il primo Convegno internazionale di Studi "Tina Modotti, una vita nella storia". Esso nacque dall'esigenza di chiarire le molteplici coordinate di una esistenza complessa, a più dimensioni, senza le quali non si poteva comprendere neppure le matrici del suo lavoro artistico.
L'obiettivo del convegno - a cui parteciparono qualificati biografi, storici e studiosi della fotografia - era quello di inserire la vita della Modotti, la sua attività d'artista nel complesso degli avvenimenti che la videro testimone e partecipe di un trentennio cruciale nella storia del nostro secolo, e contribuire a ricostruire il contesto storico, politico e culturale tra i due continenti, nei quali essa divise e consumò la sua esistenza.

   Tna Modotti, Prospettiva con fili elettrici, Messico 1925
Tina Modotti, Prospettiva con fili elettrici, Messico 1925

Tina Modotti, una vita nella storia, gli Atti del convegno storico internazionale, vennero presentati nel 1995, mentre nell'estate del 1996 è stata realizzata la grande esposizione del centenario "Tina Modotti, arte vita libertà". In occasione di tale ricorrenza il Comitato ha avanzato la richiesta, al Comune di Udine, affinché il nuovo teatro della città natale venga intitolato a Tina e, nel Museo cittadino della fotografia, venga costituito un Fondo Modotti. Entrambe le richieste sono state ignorate.
Alla fine del 1999 verrà presentata una pubblicazione per illustrare le diverse problematiche affrontate dal Comitato in dieci anni di attività.

  Tina Modotti, Donna che porta acqua, Messico 1928
Tina Modotti, Donna che porta acqua, Messico 1928

Esso non è nato solamente per la ricerca e la divulgazione della figura di Tina Modotti, ma anche per proporre iniziative su pregnanti problemi di cultura contemporanea.
Nell'autunno del 1990 abbiamo promosso un dibattito "Sulla situazione del cittadino di fronte alla legge" con la presenza di Adriano Sofri e del giudice Giovanni Palombarini.
Per discutere sulla difficile situazione in Medio Oriente (Palestina, intifada, ...) è stata invitata a tenere una conferenza l'israeliana Hagar Roublev, fondatrice delle "donne in nero". Dopo la caduta del muro di Berlino e gli avvenimenti epocali nell'Est europeo, era indispensabile promuovere un dibattito, che ha fatto seguito a una rigorosa relazione dello storico germanista Enzo Collotti.
A seguito dei risultati elettorali del marzo 1994 (vittoria della coalizione di centro-destra), è stato presentato in prima nazionale a Udine, e in altri centri della provincia, il documentario su Noam Chomsky e i media, denominato "Manufacturing Consent" , ossia la fabbrica del consenso e il controllo dell'informazione nelle società a capitalismo avanzato.

  Tina Modotti, Piccolo stand con giocattoli, 1926-29 ca.
Tina Modotti, Piccolo stand con giocattoli, 1926-29

Con una rassegna attraverso l'immagine, sulla storia e la natura di un paese straordinario, abbiamo presentato l'esposizione "Il Messico e la fotografia" (Mexico Through Foreign Eyes), con 200 opere di oltre 50 fotografi dal 1850 al 1990.
Nel marzo 1995 abbiamo invitato il magistrato veneziano Felice Casson, per una relazione sulla situazione italiana e sui buchi neri della nostra storia recente: la discussione si è basata sulla raccolta di suoi scritti, contenuti nella pubblicazione Lo Stato violato.
Nel settembre del 1996 l'onorevole Anna Finocchiaro, Ministro per le Pari Opportunità, ha accettato il nostro invito alla chiusura delle iniziative per il centesimo anniversario della nascita di Tina Modotti, ed ha tenuto una memorabile conferenza-dibattito sulla situazione politica in relazione al tema "Donne e lavoro: problemi e prospettive".
Nel maggio del 1998 una folta delegazione del Comitato si è recata a Cuba, su invito dell'Associazione degli Scrittori e Artisti, per portare in omaggio una mostra su Tina Modotti e per prendere accordi sulla preparazione di un libro da realizzare in collaborazione con storici, scrittori e ricercatori cubani.

  Rivista New Masses
Rivista New Masses

Al rientro in Friuli abbiamo promosso una serie di conferenze e dibattiti in occasione del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo.
Nella primavera di quest'anno, in accordo con il Laboratorio delle tradizioni culturali dell'Università di Udine, con il Museo della vita contadina di Fagagna e con il Circolo Menocchio di Montereale Valcellina, abbiamo promosso tre conferenze-dibattito - su storia, memoria, cultura, tradizione e museografia - con la presenza del maestro Ettore Guatelli del Museo di Ozzano Taro.
In questo sito verranno periodicamente annunciate le iniziative future.

  Tina Modotti, Pionieri, Berlino 1930
Tina Modotti, Pionieri, Berlino 1930

 

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