TINA MODOTTI, ARTE VITA LIBERTÀ |
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Nata a Udine il 17 agosto 1896 e deceduta a Città del Messico il 5 gennaio 1942. |
La festa di San Valentino all'inizio del novecento, in Borgo Pracchiuso a Udine, dove Tina Modotti nacque il 17 agosto 1896 | |
L'opera di Tina, che si trova in buona parte negli Stati Uniti, venne tenuta nascosta nei cassetti dei Dipartimenti di fotografia per la nefasta influenza del maccartismo che rese impossibile, per molti anni e non solo in America, lo studio e la presentazione di un'artista che aveva creato immagini di qualità e militato nel movimento comunista internazionale. |
Medaglione fotografico con la madre Assunta Mondini, nel centro e i figli (dall'alto in senso orario): Jolanda, Mercedes, Tina, Benvenuto, Gioconda, Giuseppe. | |
Diventa emigrante all'età di soli due anni, quando la famiglia si trasferisce nella vicina Austria per lavoro. Nel 1905 rientrano a Udine e Tina frequenta con ottimo profitto le prime classi della scuola elementare. A dodici anni, per contribuire al sostentamento della numerosa famiglia (sono in sei fratelli), lavora come operaia in una filanda. Apprende elementi di fotografia frequentando lo studio dello zio Pietro Modotti. |
Anonimo, Tina Modotti, S. Francisco 1918 ca. | |
Tina nel 1920 si trova a Hollywood: interpreta The Tiger's Coat, per la regia di Roy Clement e, in seguito, alcune parti secondarie in altri due film, Riding with Death e I can explain. Si tratta di una esperienza deludente, che decide di abbandonare per la natura troppo commerciale di quanto il cinema propone. Per la sua bellezza ed espressività viene ripresa in diverse occasioni dai fotografi Jane Reece, Johan Hagemayer e, soprattutto da Edward Weston con cui ben presto nascerà un legame sentimentale. |
San Francisco 1920, da sinistra: Robo marito di Tina, il padre Giuseppe, la sorella Mercedes, Giuseppe Junior detto Joe, non identificato, Benvenuto detto Beppo e Ben, non identificata, Tina e la madre Assunta, non identificata, la sorella Jolanda | |
A fine luglio 1923 Tina Modotti e Edward Weston (con il figlio Chandler) arrivano in Messico, si stabiliscono per due mesi nel sobborgo di Tacubaja e, quindi, nella capitale. Uniti da un forte amore, vivono entro il clima politico e culturale post-rivoluzionario, a contatto con i grandi pittori muralisti David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera e Clemente Orozco, che appartengono al Sindacato artisti e sono i fondatori del giornale El Machete, portavoce della nuova cultura e, in seguito, organo ufficiale del Partito Comunista Messicano. |
Edward Weston, Tina sul tetto di casa, Messico 1924 Tina Modotti, Vittorio Vidali, 1930 | |
Tina trasforma il suo modo di fotografare, in pochi anni percorre un'esperienza artistica folgorante: dopo le prime attenzioni per la natura (rose, calli, canne di bambù, cactus, ...) sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche, quindi utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e denuncia sociale, e le sue opere, comunque realizzate con equilibrio estetico, assumono di frequente valenza ideologica: esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...). Sue fotografie vengono pubblicate nelle riviste Forma, New Masses, Horizonte. In questo periodo conosce lo scrittore John Dos Passos e l'attrice Dolores Del Rio, ed entra in amicizia con la pittrice Frida Kahlo. |
Edward Weston, Frida Kahlo e Diego Rivera a San Francisco nel 1930 | |
Ma il loro legame dura pochi mesi, perché la sera del 10 gennaio 1929 Mella viene ucciso dai sicari del dittatore di Cuba Gerardo Machado proprio mentre sta rincasando con Tina, che rimane indignata e scossa da questo dramma e deve inoltre subire una campagna scandalistica con cui le forze reazionarie tentano di coprire mandanti ed esecutori del delitto politico. Partecipa alle manifestazioni in ricordo di Mella e, in segno di protesta, rifiuta l'incarico di fotografa ufficiale del Museo nazionale messicano. Si dedica alla militanza e al lavoro fotografico, realizzando un significativo reportage nella regione di Tehuantepec. All'Università Autonoma di Città del Messico il 3 dicembre si inaugura una rassegna delle sue opere, che si trasforma in atto rivoluzionario per il contenuto e la qualità delle fotografie e per l'infuocata presentazione tenuta dal pittore Siqueiros. La rivista Mexican Folkways pubblica il manifesto "Sobre la fotografia" firmato da Tina Modotti. |
Tina Modotti accanto alle sue opere, Università di Città del Messico 1929 | |
Nel frattempo il clima politico é molto cambiato, le organizzazioni comuniste vengono messe fuori legge: il 5 febbraio 1930 Tina viene ingiustamente accusata di aver partecipato a un attentato contro il nuovo capo dello Stato, Pasqual Ortiz Rubio, arrestata ed espulsa dal Messico. Si imbarca sul piroscafo olandese Edam, compie il viaggio fino a Rotterdam assieme a Vittorio Vidali e raggiunge Berlino, dove conosce Bohumìr Smeral, fondatore del Partito comunista di Cecoslovacchia, lo scrittore Egon Erwin Kisch e la fotografa Lotte Jacobi nel cui studio espone le opere che aveva portato con se dal Messico. tenta di riprendere l'attività fotografica, viene a contatto con le grandi novità dell'informazione giornalistica, specialmente con la stampa popolare di Willy Münzerberg: quotidiani e periodici come il prestigioso "Arbeiter - Illustrierte - Zeitung" che pubblica fotografie di Tina in diverse occasioni. In ottobre decide di partire per Mosca, dove la attende Vidali. |
Una delle pochissime fotografie che si conoscano di Tina Modotti in Unione Sovietica, fotografia di Angelo Masutti, Mosca, 13 giugno 1932 | |
Nel luglio del 1936, quando scoppia le guerra civile spagnola, assume il nome di Maria e si trova a Madrid assieme a Vittorio Vidali, suo compagno da anni, che diventa Carlos J. Contreras, Comandate del Quinto Reggimento. |
Tina Modotti, Il profilo di Ja. Mella, fotografia pubblicata nel 1932 a Berlino sulla copertina di Arbeitre-Illustrierte-Zeitung | |
Durante la ritirata, con la Spagna nel cuore, aiuta i profughi che si avviano alla frontiera e si trova in pericolo sotto i bombardamenti. Arriva a Parigi con Vidali. Nonostante sia ricercata dalla polizia fascista, chiede alla sua organizzazione il permesso di trasferirsi in Italia per svolgere attività clandestina, ma le viene negato per la pericolosità della situazione politica. |
La tomba di Tina nel Pantheon de Dolores a Città del Messico, con il profilo disegnato dallo scultore Leopoldo Mendez e i primi versi della poesia di Pablo Neruda | |
Pablo Neruda, indignato per queste polemiche, scrive una forte poesia che viene pubblicata da tutti i giornali e contribuisce a tacitare lo "sciacallo" che |
Situata accanto alla casa di Tina in via Pracchiuso a Udine la stele per Tina proposta dal Comitato: si riprende il profilo mentre, da Neruda, sono proposte le ultime quartine della poesia, con riferimenti alla terra natale. |
tina@comitatotinamodotti.it